Lo sportivo è un potenziale paziente dato che gli infortuni durante le performance sono frequenti e la riabilitazione tradizionale è lunga e impegnativa. Come si allena l’atleta e come affronta anche a livello psico-emotivo le proprie prestazioni fisiche? La mente non è allenata, spesso ansiosa e distratta, incline a pensieri negativi, a rimuginare sul passato e a preoccuparsi sul futuro, mette in dubbio le performance atletiche…

Agopuntura, medicina manuale, psicoterapia, nel trattamento della micro-traumatologia articolare e dei tessuti molli, nel detensionamento mio-fasciale con il ripristino dell’equilibrio tensionale della rete fasciale e nella ripresa dell’attività fisica.

Non di meno è la propriocezione. Questa è un insieme di tecniche motorie che induce nello sportivo la capacità di adattarsi ai nuovi schemi corporei più efficaci e con minor dispendio energetico. Di fatto gli schemi motori “abitudinari” (includo anche il vizio posturale) portano nel tempo ai break-point o punti di rottura poiché vanno ad utilizzare ed “usurare” pressocché le stesse catene mio-fasciali, creando un sovraccarico tensionale. Se quindi si aggiunge un carico di tensione nuovo ed improvviso si arriva ad un trauma dei tessuti molli (tendine, legamento…) poiché si è oltrepassato il limite di adattamento.